La soluzione più immediata sembra essere quella di bere acqua minerale in bottiglia. Non tutti sanno, però, che l’acqua minerale, per definizione non è un’acqua potabile, ma ad uso terapeutico. Per questo motivo il legislatore con il DPR 236/88 ha stabilito dei limiti di concentrazione, delle sostanze disciolte nelle acque minerali, superiori a quelle dell’acqua potabile.
Questo ha una ragione nel fatto che il legislatore ha voluto dire che le acque minerali naturali sono acque terapeutiche e quindi devono essere bevute per curare patologie per brevi periodi e non per dissetarsi, pertanto la concentrazione di sali contenuta in essa può superare i limiti propri delle acque potabili.
Il fatto strano è che il legislatore ha ritenuto opportuno derogare anche dai limiti imposti per le sostanze tossiche. In altre parole, le acque minerali naturali possono contenere veleni in concentrazioni tali che, se sgorgassero dai rubinetti, sarebbero considerate velenose; invece essendo acque minerali naturali, per legge, possono contenere veleni in concentrazioni di gran lunga superiori a quanto ammesso per le acque potabili. …… Oltre tutto, le acque minerali, contengono una concentrazione di nitrati che in ambiente acido si trasformano in nitriti i quali, in presenza di sostanze organiche, danno vita a sostanze cancerogene, le nitrossammine. I nitrati, oltre alle nitrossammine, specialmente se ingeriti dai bambini, dalle persone anziane o dalle donne incinte, possono al di sopra di certe concentrazioni indurre la cosiddetta sindrome “Blue Baby” (temporanea insufficiente ossigenazione del sangue).
A riprova della pericolosità dei nitrati il legislatore ha sancito un diverso impatto che gli stessi hanno sulla alimentazione dei bambini rispetto a quella degli adulti, ma stranamente non ha obbligato i produttori ad esplicitare che l’acqua minerale con un contenuto di nitrati, superiore a certe concentrazioni, è controindicata per l’alimentazione dell’infanzia.
Inoltre, le acque minerali con aggiunta di anidride carbonica o trattate mediante il trattamento di conservazione della ozonizzazione divengono acque “morte” in quanto svuotate del loro originario patrimonio informativo, annullandone quasi completamente le frequenze energetiche.
La distruzione della struttura dell’acqua comporta anche la perdita della funzione idratante: lasciati liberi di ricombinarsi i vari elementi andranno a costituire composti molecolari inorganici come per esempio il calcare (unione tra calcio e idrogeno carbonato). Di fatto il calcare che si deposita nei nostri elettrodomestici e sulle nostre stoviglie si accumula pure nel nostro corpo e soprattutto nel nostro sistema vascolare.
Se per allungare la vita del nostro ferro da stiro non esitiamo ad usare dell’acqua distillata, come ci dovremmo comportare quando si tratta di proteggere il nostro organismo dall’arteriosclerosi?
La risposta è bere acqua viva a basso contenuto di minerali.
E’ necessario, per comprendere meglio, operare una distinzione tra i minerali inorganici, provenienti direttamente dalla terra e pertanto disciolti nell’acqua, e i minerali legati organicamente come quelli contenuti nelle piante. Le cellule umane sono in grado di assimilare direttamente i minerali inorganici solo in minima parte. Perciò per essere utilizzati pienamente dal nostro organismo, questi minerali, devono presentarsi già metabolizzati dalle cellule delle piante e trasformate in strutture organiche. Pertanto, quanto più basso è il grado di mineralizzazione dell’acqua (residuo fisso) tanto più alto è il suo potere depurativo e la compatibilità con l’essere umano.
Le acque minerali, a parte rare eccezioni, intrinsecamente già sature, di fatto non hanno la capacità di dissolvere e di trasportare le sostanze nocive. Se comunque si desidera far uso dell’acqua minerale, è indispensabile preferire quella in bottiglia di vetro, evitando la plastica: la struttura flessibile dell’acqua assimila velocemente le vibrazioni dissonanti e le sostanze tossiche rilasciate dalla plastica.
Quindi, nonostante l’acqua minerale naturale costi centinaia di volte in più rispetto all’acqua che sgorga dal rubinetto, NON GARANTISCE LA SALUTE DI CHI LA BEVE!
Una indagine realizzata nell’ambito del progetto Atlante Europeo dell’EuroGeoSurveys Geochemistry Expert Group ha permesso di conoscere tutti i dati relativi alla composizione delle acque minerali europee. Nel caso di quelle italiane è stato quindi possibile conoscere tra gli altri, anche il valore per litro dell’ Arsenico. Per uteriori info clicca qui.